Riuso o riciclo?

Arti grafiche Reggiani: "Sono due pratiche complementari, ogni realtà deve optare per la soluzione migliore, pensando all'intera filiera"

Riuso o riciclo?

Il voto finale del Parlamento Europeo ha dato l’ok alla proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti (PPWR). Un iter lungo che ha portato però a significative modifiche al testo proposto inizialmente dalla Commissione Europea. Si è lavorato soprattutto sugli articoli 22 e 26, strategici per l'industria italiana: l'articolo 26 in particolare, riguardante il riuso degli imballaggi, avrebbe potuto danneggiare la filiera del riciclo italiana; mentre l'articolo 22, invece, riguardava soprattutto gli imballaggi leggeri, importanti per i produttori di ortofrutta e non solo. Il confronto tra i vari attori della filiera ha portato le istituzioni europee a ragionare sul concetto di sostenibilità che deve essere misurata con dati precisi. Le politiche adottate in tal senso devono essere frutto di un'azione unitaria tra industriali, sindacati e parti sociali, favorendo una politica industriale europea orientata alla crescita economica e sostenibile. Il nostro Pease ha contribuito al dibattitto sul riutilizzo, ribadendo che esistono altre opzioni altrettanto valide come ad esempio il riciclo. In particolar modo in Italia, gli investimenti della filiera cartaria hanno consentito di superare con largo anticipo l’obiettivo dell’85% di riciclo al 2030 e di raggiungere nel 2023 un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici di oltre il 90%. Dietro al PPWR c’è un’esigenza assoluta di avere una politica industriale europea e continentale capace di calarsi nei diversi Paesi con le dovute sfaccettature, guardando ai collegamenti intersettoriali.

UN MODO DI PENSARE, UN MODO DI AGIRE

Pensare in modo sostenibile significa anche agire concretamente per trovare soluzioni sempre più eco-friendly. È così che l'azienda Arti Grafiche Reggiani di Ozzano dell’Emilia ha sviluppato un astuccio interamente in cartoncino dotato di un sistema antieffrazione per l'apertura e la richiusura, brevettato in Italia e in Europa. L’idea da cui è partito il primo prototipo è partita dall’esigenza di trovare una valida alternativa alle confezioni per prodotti surgelati con il tappo in plastica. Dal pensiero al progetto, un’intuizione che ha portato oggi alla realizzazione di una vasta gamma di astucci monomatieriali di dimensioni diverse, adatti anche ai prodotti secchi, al pet food, al settore della nutraceutica e ai prodotti per la pulizia. Grazie all’Università di Bologna, è stato condotto uno studio sul ciclo di vita del prodotto, il quale ha documentato una riduzione degli impatti ambientali che influisce positivamente sull'intera catena di produzione e distribuzione. I benefici di questa tipologia di packaging includono: maggiore impilabilità degli astucci sugli scaffali, riduzione dello spazio inutilizzato durante la pallettizzazione e aumento del volume di prodotto trasportato per unità di spazio. Questi cambiamenti si traducono non solo in un minor utilizzo di materia prima per l’imballo e in un minore impiego di trasporti, ma anche in una maggiore facilità nel riciclo.  


Articolo a cura di Elena Puglisi

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